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Dono secondo: Peccato rinnovato dal visuato; il peccato
sta morendo. Indagine accurata su di esso, passata e presente;
ma ogni presentazione non coinvolge Dio. Il visuato
Paterno mi dà la novità del peccato. Il peccato è malattia;
malattia dell’amore. Di dolcissimo sapore.

Lasciarsi sacrificare la nostra autorità, con devoto silenzioso
amore sacrificale: è questa la volontà del Padre al
presente. Ci domanda il dono sacrificale nostro per realizzare
nelle nuove generazioni il massimo di apertura possibile
alla accoglienza del dono Figliale: lo spirito di amore
del Figlio Agentato.
Da quell’ingresso sostanziale verrà a loro un battesimo
cresimato, battesimo cresimato cosciente, battesimo cresimato
cosciente di comunione sostanziale, battesimo cresimato
cosciente di comunione sostanziale senza la rimozione
del loro peccato originale.
È il primo dono che lo Pneuma affiderà alle future nuove
generazioni: dono di un battesimo rinnovato. Un dono che
allo Pneuma è piaciuto fare ora anticipato; per questo ci ha
fatti visuati. Questo primo dono apre una serie sconfinata
di altri doni, tutti carichi di profondo rinnovamento. Per
poterli facilmente individuare, poniamo attenzione al
nostro vecchio fideato, alla ricerca di quei contenuti che
vanno in dissolvimento. È in atto un crollo davvero spaventoso
del nostro fideato nelle sue strutture portanti. Una
prima colonna portante è il peccato. Il peccato sta ruinando
con una velocità e una fragorosità che non può sfuggire
ad alcuno. Siamo in presenza della morte del peccato,
della sua scomparsa dalla coscienza umana e cristiana. Da
sempre la Teologia seguendo le orme del Vangelo si è concentrata
su di esso per coglierne la sua reale sostanza.
Cos’è il peccato? Seguendo la Bibbia si è data una prima
tradizionale risposta: ‘è un’offesa fatta a Dio, disobbedendo
alla sua legge’. Ma la crisi della autorità e della legge
ha dato il via a una miriade di altre presentazioni. Così si
va dicendo che il peccato è il rifiuto di Dio, rigetto di Dio,
abbandono di Dio, una sfida a Dio, un isolamento da Dio,
che ci porta alla distruzione morale di noi stessi. In tutte
queste presentazioni c’è un elemento comune.
Il peccato è un male contro Dio, ma Lui non viene minimamente
coinvolto. La creatura va alla distruzione, alla
rovina, alla condanna eterna, a una infelicità sconfinata,
ma senza coinvolgere Dio. Il male è per noi, non per Lui.
Noi andiamo alla rovina, Lui se ne sta fuori. Di qui il giudizio,
la condanna e la punizione eterna. Una idea di peccato
assai vulnerabile proprio dalla bontà di Dio. Un castigo
temporaneo, ma non eterno: la sua bontà non lo può
tollerare. Non potevamo né sapere né dire di più.
Col visuato Paterno e col visuato satanico lo Pneuma nelle
future generazioni metterà a nuovo il peccato. Una operazione
che in noi ha stupendamente anticipato col compito
di farne dono ai fratelli. Ecco dunque il peccato rinnovato.
Il rinnovamento fluisce candidamente dal mio visuato
Paterno e satanico.
1) Il peccato è malattia: suppone un bene, ed è la vita. È
la vita che va al male della morte: ‘ad malem mortis
ire’. L’andare può essere causato da altri, o da me stesso,
ovvero dalla vita stessa che naturalmente non riesce
a vivere per esaurimento del suo ciclo vitale. Questo lo
diciamo della vita fisica che mi dà malattie sensibili. Il
visuato Paterno mi ha posto in visione la vita propria
dell’amore Paterno Agentato. Il suo spirito di amore
espropriato mi si è ceduto, dal suo Agente concepito, da
vivere dato, pronto ad andare alla morte.
2) È la malattia dell’amore Agentato: non si è fatta da
sola, mi fu imposta con potere e diritto da Satana:
l’amore me lo ha egoisticizzato e istintivizzato; ne è
venuto un meccanismo automatico infernale che scatta
e produce ad ogni tocco: amore di odio.
3) Di dolcissimo sapore: mi piace amarmi e odiare.
Copertura perfetta: veracità del sentire, mi copre la falsità
del piacere. Con quel piacere la malattia si svolge
in piena tranquillità.

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