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Quinto dono rinnovato: la nostra Eucarestia; la mia digestione.
La Parola è Spirito, fatto di amore che fa azione di
vita su due mali: del corpo e dello spirito. Non si ferma al
fare del bene, ma punta al sacrificale. Si prepara l’odio
dirigenziale e poi ecco la sua ora. Il suo amore sacrificale
per fare azione va in coscienza; quello che non facciamo.

Lunga la processione dei doni rinnovati, in partenza dal
Paterno visuato e in arrivo dalle nuove generazioni future:
‘Un battesimo cresimato Figliale rinnovato, un peccato rinnovato,
una morte fisica rinnovata, una Medicazione rinnovata,
una Eucarestia rinnovata’. Dalla sua, la nostra: Corpo
dissanguato in pane e vino per essere mangiato; completando
così la sua sacrificalità e suscitando la totalità della
nostra. Per suscitare la nostra c’è un solo mezzo: la digestione
del suo Spirito che giunge, visibile, dal suo talamo crociale
metamorfosale nell’unico veicolo: quello della sua Parola.
Una Parola che da veritata si fa ora spiritata. Parola e Spirito
vanno in perfetta simbiosi: ‘Le mie Parole sono Spirito e
vita’. La sua Parola è Spirito; il suo Spirito è Parola.
La digestione della sua Parola mi dà la conoscenza del suo
Spirito. Digerire la Parola è digerire il suo Spirito. La sua
Parola è duplicata. La parlata, e la azionata. L’una con l’altra
mi indicano che lo spirito Figliale è fatto di amore,
senza la minima traccia di amore per sé né di odio.
L’amore non è una giacenza immobile, non è staticità
imperturbabile, non è inazione inalterabile; quello non è
affatto amore. L’amore è azione di bene, e poiché il bene
è vita, è azione di vita. Amore beneficale. Gesù con quell’amore
fa azione di vita su due mali.
a) Gli uni sono i mali del corpo: malattia e morte: ed
ecco i suoi miracoli a gettito continuo.
b) Gli altri sono i mali dello spirito, per i quali spende
una parola divina instancabile, illuminante e corroborante:
ed ecco le conversioni: miracoli certamente
superiori a quelli percedenti.
Se Gesù si fosse fermato al livello di amore che fa azione
di vita, senza andare oltre, anche noi potremmo assestarci
con sicurezza al solo fare il bene secondo le nostre creaturali
capacità. Purtroppo ci siamo fissati nel fare il bene,
ignari che il Maestro l’ha posto come un semplice segno
pronto a parlarci di ben altro.
Gesù non si ferma all’amore beneficale, ma punta decisamente
all’Amore Sacrificale.
Prevede l’odio umano, accumulato dal Padre ecclesiato;
gli dà una forma religiosa, ecclesiale, dirigenziale; quando
è pronto, scocca la sua ora: espropriato si cede, tramite
uno sei suoi, all’odio ecclesiale Paterno, per lasciarsi
distruggere con annientamento totale, pubblico e ufficiale,
fisico, morale, messianico, divino, con devoto silenzioso
amore sacrificale, per conseguire la sua metamorfosi di
spirito Figliale e farsi ecclesiabile.
Proprio per farsi Chiesa il suo spirito assume potenzialità
nuove. Si fa espropriabile. Si fa cedibile. Si fa concepibile
dal suo Agente. Si fa vivibile. Come me, moribile.
Metamorfosi figliale rimbalzata nel Figlio dalla metamorfosi
Paterna. Lo spirito del Figlio che si dà da vivere è uno
spirito fatto di amore e di amore sacrificale.
1) Quell’amore ha voluto il suo sacrificio sensibile.
2) Quell’amore vuole un sacrificio Pneumatico: è pronto a
subire la morte dell’amore nella persona visuata, per
mano dello spirito Paterno umanato.
Quell’amore si dà da vivere per suscitare la sacrificabilità
totale della persona visuata. La digestione della sua Parola
spiritata punta necessariamente a farmi coscienziato a
quello spirito sacrificale. Farmelo in coscienza. La conoscenza
è facile, ma a farla convinta è difficile; e a rendermela
difficile è la triplice coscienza infernale. Per arrivarci,
non basta una audizione generale, ma necessita di una
dialogazione personale, in Medicazione. Se l’amore sacrificale
non passa per la coscienza, non arriva all’azione.

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