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Dono sesto: la Messa rnnovata; con la sacrificalità libera
riscatto quella necessaria.
*) Di necessità metamorfosale.
a) Accolta con amore mi sciolgo il male che mi son
fatto all’amore e ne otterrò un corpo migliorato.
b) Con la morte fisica finalmente eliminata la mia fisicità
infernalizzata, e avrò una nuova comunione
paradisiaca.

Il visuato Paterno va palesando una fecondità meravigliosa.
Ci ha già fornito una lunga fila di doni rinnovati pronti
a raggiungere le future nuove generazioni. ‘Un battesimo
cresimato Figliale cosciente rinnovato, un peccato rinnovato,
una morte fisica rinnovata, una Medicazione rinnovata,
una Eucarestia rinnovata, una Messa rinnovata’.
La manducazione del Corpo dissanguato di Cristo completa
la sua sacrificalità, e suscita la mia. Con la sacrificalità
di libera scelta vado riscattando quella di necessità, in
modo da poterla amare, mentre l’amore egoisticale me la
fa cordialmente odiare. Mi soccorrono in questa operazione
preziose conoscenze Pneumatiche:
* La mia vita fisica è sacrificale di necessità Paternale: la
vuole il Padre metamorfosato.
* Sacrificale di necessità Pneumaticale: la vuole l’amore
Paterno sacrificale.
* Sacrificale di necessità profeticale: la vuole la malattia
dell’amore come suo segno.
Il male fisico mi fa parlata la malattia dell’amore, palesata,
differenziata e azionata:
Al male fisico che sento e al dolore che provo io vado in
altissima tensione; dal medico ritrovo il potere della mia
guarigione e il suo aiuto mi dà il grande ristoro. Così e più
ancora, nel suo genere, mi fa fare il male Pneumatico che
sento e il dolore che provo.
#) Ed ora passiamo alla quarta necessità.
La mia vita fisica è sacrificale di necessità metamorfosale.
Metamorfosi è sempre trasformazione di una cosa in un’altra
migliore, mediante il sacrificio della prima. Non c’è metamorfosi
senza la sacrificalità di una cosa. Il Padre mi ha dato
una vita fisica sacrificale per operare la mia metamorfosi.
1) L’una prestata. Mi serve infatti inanzitutto a completare
la mia metamorfosi Pneumatica. Accogliere e vivere la
morte fisica con devoto, silenzioso, cosciente amore
sacrificale: morire da ‘piccolo’, mi arreca lo scioglimento
completo della morte dell’amore cosciente. Morire
così arreca indulgenza plenaria. (Non quella papale in
articolo mortis) Quale compenso avrà la mia fisicità
immolata per questo suo servizio? Gli verrà ridonata la
vita; ma una vita immensamente migliorata sulla precedente:
una vita spiritualizzata e pneumaticizzata. Da una
vita materializzata e infernalizzata alla vita dell’amore.
2) L’altra conseguita. La mia sacrificalità fisica reca un
prezioso servizio alla mia fisicità. La vita fisica è un
bene, che Satana mi ha abbondantemente infernalizzato.
La stupenda comunione tra corpo animato e spirito
spiritato me l’ha spezzata.
Una scintilla animalesca mi ha fatto scoppiare: la mia istintività,
che pone al comando, e la impone come forma nuova e
all’amore Paterno e al suo Agente, in modo che io mi avessi
ad amare e a odiare in un modo automatico. Il meccanismo
automatico infernale ha la sua sede nella mia fisicità e di essa
si avvale nel suo funzionamento. I miei sensi recepiscono i
tocchi e li trasmettono all’amore di odio. È al sentire che la
mia fisicità ora prende, ora elimina, accaparrandosi con
somma felicità il consenso della mia razionalità. Non posso
nulla sulla infernalità della mia fisicità. Devo accettarla con la
mia vita, dalla quale è insolubile. La sua eliminazione è legata
al sacrificio della mia vita. La morte fisica i miei fratelli la
dicono: sospirata liberazione da tutti i dolori e le angoscie di
un corpo in sfacelo. Io incomincio a sentirla: la mia liberazione
dalla infernalità fisica. Così liberato avrò una nuova comunione:
corpo animato che lo farà eternamente beato.

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