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Una morte rinnovata. Il segno sensibile del drogarsi mi
dice del mio concorso nel peccare. Non la parte autonoma
del mio peccare. Il peccare mi si fa da solo. Per questo
ecco un segno per tutti: la morte fisica. Non era un
dono, ma un castigo di Dio; ma Dio la sua origine non
l’ha affidata ad alcuno. Ora come dono alle nuove generazioni.

Mi lascio odiare la mia autorità, perché si aprano al visuato.
Col visuato Pneumatico Paterno e satanico lo Pneuma
porgerà alle future nuove generazioni una serie sterminata
di doni tutti rinnovati:
a) Il primo dono rinnovato: ‘Un battesimo cresimato,
coscienziale, di comunione sostanziale, senza la
rimozione del loro peccato originale’.
b) Dopo il primo, un secondo: ‘Il peccato rinnovato: è
malattia, la malattia dell’amore, la malattia dal dolcissimo
sapore’.
Per guidarci al peccato rinnovato lo Pneuma ci offre un
visuato sensibile, visibile a tutti, un segno profeticale. Lo
compone il Padre facendosi aiutare dalle nuove generazioni:
eccolo pronto e in azione nel fenomeno della droga.
1) Drogarsi è il piacere della morte fisica lenta e progressiva.
2) L’amore di odio o peccare è il piacere della morte dell’amore
lenta e progressiva.
Il peccato rinnovato ci sta davanti: perfettamente leggibile
e comprensibile nella tragicità di quel segno sensibile:
là è il piacere di una morte corporale; qui è il piacere di
una morte eternale. Noi, e in prima fila i genitori, lamentiamo
il prezzo esageratissimo di quel segno sensibile, e
non lo confrontiamo col prezzo favoloso che paga il Padre
per il profeticale di quel segno. L’amore per noi fa sempre
la sua ricomparsa in ogni cosa.
Quel segno profeticale nel piano Paterno ha una funzione
grande, ma pur sempre limitata. È un segno profeticale sì,
ma unicamente concorrenziale: mi parla del mio concorso
personale al mio peccare: quella parte che è: colpa mia.
Non mi parla della autonomia del peccare: il peccare mi si
fa da solo prima, indipendentemente dal mio sapere e
volere. Il segno concorrenziale è per noi di questi tempi;
ma per le persone di tutti i tempi c’è un segno autonomale:
un segno che si fa da solo. Quale? Conoscete la malattia
fisica? Conoscete il dolore? Conoscete una agonia?
Conoscete una morte? Siamo nell’ambito corporale, quindi
del sensibile, quindi del segno. È un segno che in natura
è autonomale: si fa da solo. Ci siamo meravigliati del
primo dono: battesimo rinnovato; ci siamo sconcertati al
secondo dono: il peccato rinnovato; parliamo ora del terzo
dono che fuoriesce dal visuato Pneumatico: il dono di una
morte rinnovata. Non è - si faccia ben attenzione - la morte
dell’amore, ma la morte fisica. Il dono della morte fisica
rinnovata. Dicendola dono la morte fisica c’è un urto contro
la mentalità nostra corrente, contro la Chiesa, contro la
Bibbia medesima. È un dono che Dio non ha affidato a
nessuno, ma che affida alle future generazioni visuate. Dio
non ha mai voluto dire a nessuno da dove viene la morte
fisica. La Bibbia, che si sentiva spinta da Dio a dare la
spiegazione delle cose, incautamente ha affrontato la realtà
della morte universale, ma in mancanza di luce
Pneumatica ha dato la sua umana spiegazione, non quella
di Dio. Dio è unica sorgente della vita, non lo è della
morte. A impedire il flusso della morte dispone a difesa e
a barriera doni preternaturali, quale l’immortalità; doni
vulnerabili solo dal peccare umano. Il peccato sfonda la
diga ed ecco il dilagare della morte universale. Il tutto preavvertito:
‘se ne mangerete, morirete’. La morte dilaga
come punizione, castigo di Dio, vendetta per il peccato.
Tutta l’umanità sotto il castigo della morte per una nefasta
eredità avviata dai primi genitori. Ieri la persona, piccola,
abbassava il tallone e accettava; oggi, non accetta, e
dovendola subire, la vuole dolce. Castigo: quella di ieri.
Dono della morte rinnovata.

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