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Quinto dono rinnovato: Eucaristia. Loro, Confessione in
funzione della Comunione.
Dalla prima la grazia di Dio per fare la Comunione. Sulla
crisi confessionale lo Pneuma immette il suo rinnovamento.
Io mangio pur non essendo in grazia Paterna, perché
medicazione e manducazione sono per la mia guarigione.

Dal visuato Paterno esce fuori una lunga processione di
doni rinnovati per le future nuove generazioni. In una processione
chi precede prepara il posto a chi segue. Così
fanno i doni rinnovati. Dal battesimo cresimato Figliale
rinnovato, al peccato rinnovato, alla morte fisica rinnovata,
alla medicazione rinnovata, ed ora alla Eucarestia rinnovata.
Riprendiamo i termini che sono in uso nella nostra
Chiesa cristiana cattolica. Abbiamo sempre usato due termini,
li abbiamo congiunti ponendoli in correlazione; uno
è in funzione dell’altro, uno porta all’altro. I due termini
sono: Confessione, Comunione. (Confessati, comunicati)
Li abbiamo così correlazionati che non si fa la Comunione
senza aver fatto prima la Confessione. La Confessione
occorre per la Comunione. E per qual motivo? Per fare la
Comunione bisogna essere in grazia di Dio. Per mettersi in
grazia di Dio:
1) Non basta sicuramente il dolore imperfetto: quello
suscitato dalla presenza dei castighi di Dio.
2) Non basta neppure il dolore perfetto: quello suscitato
dalla offesa fatta a un Dio amabile sopra ogni cosa.
Perché in presenza di colpa grave la Chiesa domanda ai
suoi figli la Confessione e la assoluzione sacramentale?
Anzitutto notiamo bene una cosa, prima di procedere: se
riuscite a trattenere nel vostro fideato queste cose, attenetevi
fedelmente e fate come si è sempre fatto, per riguardo
alla maturità delle persone. Abbiamo anche detto: se riuscite;
perché neanche i maturi ci stanno: la Confessione va
sempre più calando, e non per questo calano così le comunioni.
Si fa la Comunione anche senza la Confessione.
Proprio dal visuato Paterno lo Pneuma:
1) Mi ha fatto scaturire un peccato rinnovato. Il peccato è
la morte viva dell’amore del Padre Agentato; e il peccare
è la malattia dell’amore che per azioni successive
mi porta alla morte dell’amore.
2) Dal peccato rinnovato mi è venuta una grazia del Dio
Paterno rinnovata: è la morte viva dell’amore Paterno
(Lui mi ama fino a lasciarsi odiare), che mi fa amare
rinnegandomi il piacere dell’amarmi, per lasciarmi
sacrificare dalla morte viva dell’amore Paterno umanata
nei miei fratelli nemici.
Grazia di Dio: è la vita dell’amore sacrificale. Per essere
in questa grazia Paterna dovrei sciogliere tutta la morte
viva dell’amore Paterno: la cosciente e la incosciente.
1) La morte dell’amore incosciente mi verrà sciolta dal
Padre solo alla fine dei tempi. Fino a quella assoluzione
non potrò risorgere pur anelando con tutte le mie
forze. In questo senso io mangio il Corpo di Cristo, ma
non in grazia totale.
2) Non lo mangio neppure in grazia parziale. Io vengo
dalla medicazione visuata, ma non in grazia di Dio. Mi
sono equipaggiato per puntare alla mia guarigione, ma
non ci sono ancora arrivato.
Alla guarigione pervengo con la mia assoluzione della
morte cosciente: assoluzione che raggiungo solo con l’amore
sacrificale vissuto nelle mie azioni: il sacrificarmi i piaceri
per lasciarmi sacrificare nei miei beni: componenti,
aderenti, inerenti. Allora potrei mangiare, solo dopo una
vita messa a nuovo, cambiata; non dovrei mai più mangiare
e non celebrerei più la messa, a questo punto. Mentre io
mangio e non cesserò mai di mangiare, pur non essendo in
grazia di Dio. Non mi basta neppure il mio grande dolore
che mi fa solubile, ma non mi scioglie la morte dell’amore.
Ecco il mio nuovo piazzamento: Medicazione e
Manducazione per la mia guarigione. Non una per l’altra.

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