156

Dono quinto: la nostra Eucarestia. Circolazione.
Convincermi della mia sacrificalità. Il mio sacrificando:
il sentire, l’agire e l’acconsentire che mi vengono dagli
scatti automatici: me li devo negare. Passo da un amore
egoisticale a uno beneficale e a uno sacrificale. La potenza
è dall’amore sacrificale coscienziato. Nasce il piccolo
per una scelta di libertà.

Lungo la processione dei doni rinnovati, in partenza dal
Paterno visuato, mi arriva domani dalle nuove future
generazioni: ‘Un battesimo cresimato Figliale rinnovato,
un peccato rinnovato, una morte fisica rinnovata, una
Medicazione rinnovata, una Eucarestia rinnovata’. Dalla
sua, la nostra. Un Corpo dissanguato, che da noi mangiato,
completa la sua sacrificalità fisica e suscita la nostra,
con un unico mezzo: la digestione della Parola spiritata.
Digerita la sua Parola, il suo Spirito ci si presenta fatto di
amore beneficale: moltiplica i segni, pronti a dirci che i
miracoli ancor più grandi compirà il suo Spirito, non appe-
na sarà trasformato mediante la sua sacrificalità fisica. La
conoscenza convinta della sacrificalità del suo amore mi
fa su in coscienza il suo Spirito. Convinto della sua sacrificalità,
ora devo convincermi della mia.
1) Cosa c’è da sacrificare in me: il mio sacrificando: (ne
sono pieno) c’è in me amore egoisticale. È lo spirito di
amore del Padre, che espropriato mi si è ceduto, dal suo
Agente mi è stato concepito dal mio incominciare, da
vivere e da morire mi si è dato. Battesimo cresimato
Paterno, che Satana mi ha manipolato, facendone
amore per me, che è odio per chi non piace a me, e
componendolo in meccanismo automatico infernale.
Ogni scatto automatico mi dà un sentire in sue sensi: un
agire, un acconsentire. L’agire può andare in due sensi:
prendere ciò che mi piace, eliminare chi non mi piace.
Come posso accorgermi di quella successione dal
momento che lo scatto è automatico, e sfugge quindi al
mio controllo?
2) In che modo. La coscienza della mia sacrificalità,
sapendo come ogni azione che mi si fa per istinto è
carica di amore di odio, non si addormenta un solo
momento (coscienza vigilare), e col suo occhio scrutatore
e penetrante non si lascia sfuggire alcuno scatto.
a) Sempre vigilante, sempre attenta, sempre pronta,
colpisce prima il sentire e se lo nega.
b) Se riesce a sfuggire, lo riprende col suo agire e non
se lo toglie.
c) Se sentire e agire le sfuggono di mano, è pronta a
sacrificare il suo acconsentire. Sentire, agire e
acconsentire me li dà l’amore l’amore di odio, la
morte viva dell’amore Paterno, e colui che lo aziona
è l’Agente della morte.
3) Devo neutralizzare la forza sbalorditiva di quell’Agente
di morte per bloccare l’amore di odio e scioglierne la
morte. Io mi amo vivente; devo amarmi morente. Io mi
amo potente; devo amarmi impotente. Io mi amo gaudente;
devo amarmi col puro occorrente. Sciolgo l’amore di
odio egoisticale e lo vado svolgendo in amore beneficale.
È un passaggio obbligato, ma quanto mai fatale se il passaggio
si trasforma in stazionamento. A quella fermata nascono i
cristiani di casa morente, che non faranno mai Chiesa vivente.
Io sono sollecitato fortemente da due amori a lasciarmi
sacrificare. Il Paterno che mi si è dato da vivere è: amore fino
a lasciarsi odiare. Il Figliale che mi si è dato da vivere è amore
fino a lasciarsi odiare. I nemici me li prepara il Padre e me li
manda Lui. Li accolgo devoto al Padre, in silenzio e con
amore. Sulla mia libera morte praticata su di me e subita dai
miei fratelli io vado in metamorfosi di vita. Sciolta la morte
dell’amore, la trasformo in vita. La potenza per farlo è dalla
mia coscienza sacrificale in cui vado accumulando amore
Figliale sacrificale e Agente suo. I passaggi di necessità:
amore egoisticale, beneficale, sacrificale. Nasce il piccolo.

Nessun commento:

Posta un commento