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Sesto dono rinnovato: la Messa.
Agenti della mia sacrificalità di necessità:
2) Il creato suo pericolato.
Una identica forma al suo creato che con i suoi fenomeni va
divorando i suoi abitanti. Denunciamo Dio di indifferenza,
di impotenza, magari di gusto macabro. È volere Paterno
tutto programmato e iscritto nella forma data al creato.

Operazione magica, di magia Pneumaticale, è quella che
viene svolta dal visuato Paterno. Tocca, trasforma e rinnova
quello che viene inviato alle future nuove generazioni.
‘Un battesimo cresimato Figliale cosciente rinnovato, un
peccato rinnovato, una morte fisica rinnovata, una
Medicazione rinnovata, una Eucarestia rinnovata, una
Messa rinnovata’. Il Corpo dissanguato di Cristo mangiato
completa la sua sacrificalità e suscita la mia. Con quella
libera scelta vado liberando quella di necessità dalla sua
schiavitù egoisticale che me la fa odiare. Poiché la mia
sacrificalità fisica è di necessità Paternale, il Padre l’ha
affidata a dei suoi agenti:
1) Azione sacrificale affidata al corpo mio piacerato. Al
corpo umano ha assegnato la forma di un concentrato
sommo di potenzialità fisiche. Ne viene una crescita,
una maturazione e una decrescita. Quando la decrescita
si distende in più anni, abbiamo una età spiccatamente
sacrificale: è la vecchiaia: malattia inguaribile. Altre
sono guaribili, ma talora pure fatali in qualsiasi fase
della vita. Malattie che si fanno da sole, e malattie
volutamente provocate dal piacere che prende a valere
più della vita.
2) L’azione sacrificale di necessità il Padre l’ha pure affidata
al creato suo. Io non sono un geologo per sapere
scientificamente come Dio abbia creato questo mondo.
Sta comunque di fatto che il creato non lo fa essere il
Padre eternale, ma il Padre metamorfosale. È Lui che trasforma
le sue attività eternali in un concentrato sommo di
potenzialità divine. Da quella forma prendono il via tutte
le altre forme create.
1) L’uomo che incomincia ripete la forma Paterna.
2) Pure il creato che da Lui incomincia ripete la sua forma.
Lo crea come un concentrato estremo di potenzialità cosmiche
(energetiche). Da qui una sua crescita, una sua maturazione,
e una sua decrescita. Ove siamo ora? L’impressione
è che si stia avviando alla sua decrescita, che sicuramente
avrà la durata di secoli e secoli. Poiché va al male della
morte anche il creato dunque si ammala. Sicuramente da se
stesso: sono i suoi grandiosi fenomeni: i terremoti, i maremoti,
piogge, terremoti, bufere e uragani, inondazioni e
devastazioni, venti sconvolgenti, fulmini saettanti, siccità
bruciante ogni vegetazione. I fenomeni cosmici divorano i
suoi abitanti. Ora lo fa singolarmente, più spesso lo fa in
massa enorme. Ultimamente in Bangladesh: 100.000 e più
morti per un ciclone. Il creato uccide i suoi abitanti. C’è un
volere a monte di quei fenomeni? Sicuro che c’è! Per volere
Paterno succede questo. È nella forma che ha dato alla
creazione: forma di massimo concentrato di potenzialità
cosmiche. Quando siamo in loro presenza perché ci lamentiamo,
perché dubitiamo della sua bontà, perché sospettiamo
la sua incapacità, perché lo giudichiamo un Padre assente
alle vicende umane? Verità rasserenante: l’azione sacrificale
di necessità il Padre l’ha affidata al creato suo pericolato.
È anche il creato nostro.

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